L'idea

Una palla, uno specchio d'acqua delimitato da corde, due canestri, dieci ragazzi, la felice intuizione di un insegnante, la splendida cornice naturale di Copanello, tanta voglia di fare qualche cosa di nuovo ed ecco nascere il basket acquatico

Questo nuovo modo di fare sport piace sia ai ragazzi che agli adulti e dalla semplice dimostrazione si passa al piccolo confronto e poi al torneo estivo.
Siamo nell'estate del 1995.

I consensi, che sono tanti, incoraggiano il prof. Franco Rizzuto che elabora un regolamentodi questo nuovo sport: un misto di pallanuoto e basket.
L'idea viene sottoposta a dei colleghi che subito si dimostrano interessati all'iniziativa.
Si costituisce così un gruppo di lavoro che si prefigge l'obiettivo di meglio definire dal punto di vista tecnico, metodologico, medico-biologico e pedagogico quella che potrebbe diventare una nuove disciplina sportiva.
 

I prof. Rizzuto, Fratto, Tropeano e il Dott. Combariati si incontrano e decidono di approfondire l'iniziativa avviando una piccola sperimentazione nella piscina della Marinella di Lamezia Terme, messa a a disposizione dal prof. Tropeano.

A questa iniziativa fa seguito l'organizzazione di un torneo estivo a Copanello, che viene riportato ampiamente dagli organi di stampa.
Queste esperienze, anche se brevi, danno al gruppo di lavoro la possibilità di trarre delle conclusioni sulla validità di questa "nuova disciplina".

Il basket-acquatico risponde ai requisiti di sano esercizio biologico, psicologico, igienico, potendosi praticare da tutti a tutte le età, in piscina o in mare.

Ecco come da ciò derivi l'importanza dell'insegnamento generalizzato che, una volta condotto con idonea propaganda scientifica e sociale, concorrerà a dare all'attuazione pratica il più sicuro e convincente valore educativo.

Perseguendo tali intenti e dimostrando la propria utilità, attraverso un iter da seguire potrà come ogni altra pratica fisico-educativa-sportiva diventare patrimonio di sana e necessaria cultura nella scuola, meritevole di sviluppo adeguato sul piano della motricità individuale e collettiva.

 stralcio da: relazione tecnica del coordinatore dei CAS (Centri Avviamento allo Sport) CONI Catanzaro, prof. Francesco Fratto